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Hatha Yoga / Vinyasa Yoga

«"Ha" significa sole, che è il sole del nostro corpo, cioè l'anima, e "tha" significa luna, che è la nostra coscienza.
L'energia del sole non si attenua mai, mentre la luna svanisce ogni mese e poi di nuovo da luna nuova ridiviene piena.»

(B.K.S. Iyengar)

 “Vinyasa” è una parola composta da due termini sanscriti, dove “Vi” significa “fare qualcosa in un certo modo” e “Nyasa” può essere tradotto come “posizionare” o “mettere dentro i parametri prescritti”.

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Il Vinyasa Yoga è una pratica che affonda le sue radici nell’Ashtanga Vinyasa e nell’Hatha Yoga.

È nato in India ed è stato rapidamente adottato in tutto il mondo, perché è uno yoga dinamico che lavora tutti i muscoli del corpo in sequenze giocose e spesso molto impegnative.

Per coloro che praticano yoga da molto tempo, questa è un’ottima alternativa. Sintetizza la pratica fisica e mentale in modo stimolante per raggiungere una perfetta armonia.

È uno Yoga più fisico dell’Hatha Yoga pur essendo più dolce dell’Ashtanga. Una miscela di movimenti e posture tipiche dello Yoga (Asana), senza dimenticare l’importanza della respirazione.

Questo è il cuore di questa disciplina che ci invita a riconnetterci con l’essenziale: la nostra inspirazione e la nostra espirazione, che sono il motore di tutto. In questo articolo, facciamo il punto sui principi e sui benefici del Vinyasa Yoga.

 

Cos’è il Vinyasa Yoga:

Prima di parlare del Vinyasa yoga cerchiamo di capire cosa s’intende per Vinyasa nello yoga.

Intanto partiamo dal suo significato. “Vinyasa” è una parola composta da due termini sanscriti, dove “Vi” significa “fare qualcosa in un certo modo” e “Nyasa” può essere tradotto come “posizionare” o “mettere dentro i parametri prescritti”.

Insieme, “Vinyasa” significa “organizzare qualcosa in un certo modo all’interno di strutture specifiche”.

Nello yoga, queste strutture sono le inspirazioni e le espirazioni, ossia i due momenti della respirazione, mentre quel qualcosa si riferisce alle sequenze di singole posizioni yoga. Nell’Hatha yoga, per esempio, la classica sequenza di Vinyasa è il saluto al sole.

Il Vinyasa yoga invece non è altro che l’evoluzione dell’ Hatha yoga ed è caratterizzato proprio dal collegamento e dalla sincronizzazione tra movimento e respiro.

Le posture individuali o Asana, sono brevi, perché a differenza di altre tipologie di yoga, il focus di questo stile è il passaggio da un Asana all’altro, che dovrebbe essere eseguito il più fluentemente possibile.

Gli Asana vengono eseguiti velocemente e sono influenzati dal proprio ritmo respiratorio. Di conseguenza, il respiro e il corpo sono influenzati in modo tale da essere portati in armonia l’uno con l’altro.

Gli insegnanti possono variare gli esercizi e combinarli in modo flessibile a seconda del focus e dell’argomento.

La sequenza di Asana definita dall’insegnante crea una struttura di movimenti creativa e impegnativa che richiede così tanta concentrazione che i partecipanti trovano la pace interiore e riducono lo stress.

 

La pratica in breve

Le unità, ossia i momenti di una lezione, si svolgono all’interno di una coreografia a tema, tuttavia, questa non è fissa come nell’Ashtanga Yoga, ma l’insegnante può variarne le sequenze.

Quindi non si sa mai cosa succederà dopo, e poiché le transizioni a volte sono molto veloci, i praticanti sono spronati a fare di più e a imparare rapidamente per seguire ciò che dice il maestro.

I punti focali o gli argomenti per ogni sequenza sono, ad esempio:

  • Concentrazione.

  • Forza.

  • Flessibilità.

  • Sforzo.

  • Bilanciamento.

  • Rilassamento.

La differenza principale tra Vinyasa e Hatha yoga sta nel ritmo della lezione. Il primo ha un ritmo più rapido del secondo e necessita di un maggiore controllo della respirazione rispetto all’Hatha yoga.

Inoltre, l’Hatha yoga propone pose lunghe con un ritmo più lento e dunque risulta più adatto a chi preferisce favorire il potenziamento e l’allungamento dei muscoli allo stesso tempo.

Un’altra differenza tra le due tipologie di yoga è data dall’aspetto spirituale. Nel Vinyasa abbiamo visto che questo passa in secondo piano, se non in terzo, mentre nell’Hatha yoga si usa il respiro per mantenere l’equilibrio tra connessione spirituale (Mantra o Pranayama) e sforzo fisico.

Per queste loro caratteristiche possiamo dire che l’Hatha yoga è più adatto a tutti, principianti e professionisti, mentre il Vinyasa, vista la sua intensità, è più indirizzato a coloro che hanno una maggiore preparazione fisica.

Vinyasa yoga: origini e filosofia

Quando guardiamo alle origini del Vinyasa, ci rendiamo conto che non è un concetto nuovo. Esso è perlopiù legato all’Ashtanga Vinyasa yoga, un tipo di yoga in cui le posture sono consapevolmente collegate tra loro usando il respiro, il movimento e la concentrazione mentale.

Le radici e la pratica di concetti yoga simili risalgono all’2000 a.C. e sono evidenti in antichi documenti Veda, ossia una raccolta di testi sacri dei popoli Ariani. Più avanti, intorno al 300-400 a.C., li ritroviamo negli Yoga Sutra di Patanjali.

Tra il 1883 e il 1965 d.C., il professor Ernest Egerton Wood, noto yogi, studioso di sanscrito e autore di numerosi libri, ha insegnato tecniche di Hatha yoga e Raja yoga, e spesso ha usato il concetto di Vinyasa come connessione nello yoga e nella vita.

Col tempo, diversi maestri e praticanti di Ashtanga Yoga hanno sviluppato nuove forme di yoga e fu proprio grazie all’influenza dell’Ashtanga e dell’Hatha yoga che Bryan Krest, Beryl Bender Birch e Baron Baptiste, dagli Stati Uniti svilupparono nei primi anni del 1980, il Vinyasa yoga.

Volevano creare uno stile di yoga in cui tutta la spiritualità passasse in secondo piano, in modo che diventasse attraente anche per la moderna società occidentale, dove l’attenzione è spesso rivolta al corpo e alle prestazioni.

In realtà, la filosofia alla base del Vinyasa Yoga è molto più profonda. Il Vinyasa, di base, riconosce la natura temporanea delle cose ed ecco perché si entra in una postura, si sta lì per poco e poi si cambia.

 

Tutti i benefici del Vinyasa yoga

I benefici legati alla pratica del Vinyasa yoga sono molteplici e tangibili sin dalle prime volte.

In particolare, il Vinyasa Yoga migliora i livelli di energia incoraggiando il rilassamento e abbassando i livelli di stress. Offre anche diversi altri vantaggi, tra cui:

  • Miglioramento della resistenza e della forza. Poiché le posture impegnative vengono eseguite in rapida successione, questa disciplina aiuta a costruire la forza muscolare migliorando la forma fisica. E questo è ciò che percepiscono fin da subito i principianti, insieme a un maggiore sviluppo della consapevolezza del loro respiro e della concentrazione necessaria.

  • Aumento di stabilità, equilibrio e flessibilità. Man mano che si pratica, il Vinyasa yoga aiuta a potenziare le abilità dei praticanti.

  • Miglioramento dell’attività cardiovascolare, proprio grazie agli esercizi ad alta intensità.

  • Minore stress e ansia, con relativo controllo del consumo di alcol e sigarette.

  • Controllo del peso corporeo, in quanto l’alta intensità delle lezioni aiuta a sudare tanto e di conseguenza a bruciare grassi.

 

Come praticare il Vinyasa Yoga

 

Come abbiamo detto, vengono effettuate sequenze di posture sincronizzate al respiro. Una lezione di Vinyasa Yoga è di solito con musica, e l’insegnante ti guida con la sua voce, spiegando le posture e la respirazione che devi seguire.

Solitamente, c’è una dinamica specifica quando si fanno i Vinyasa: l’aria viene inspirata nei movimenti ascendenti o di espansione ed espirata nei movimenti discendenti o di contrazione.

L’inspirazione richiede energia o “Prana” ed espirando espelle energia per purificare o “Apana”.

Le lezioni di Vinyasa di solito iniziano con posture sedute, quindi passano a posture erette (a differenza dell’Ashtanga), equilibrate e invertite. Cioè, posture di base di Hatha yoga con transizioni dinamiche, coordinando il movimento con la respirazione per creare una sequenza fluida.

Posizioni e transizioni del Vinyasa Yoga

L’arte di sequenziare il flusso Vinyasa parte da un buon riscaldamento. Come in tutte le attività fisiche, anche nel Vinyasa yoga il riscaldamento è la parte più importante perchè prepara gli studenti alla pratica e crea un dialogo tra il corpo e la mente.

Lo yoga, al pari di altre attività, sfrutta la naturale gamma di movimento delle articolazioni per spostare l’energia attraverso il corpo e mantenere la salute e il benessere. Il sistema scheletrico fornisce l’impalcatura affinché l’energia possa muoversi attraverso il tessuto muscolare e la fascia.

Come funziona la respirazione

Visto che il Vinyasa Yoga supporta il movimento dentro e fuori dalle posizioni yoga attraverso la connessione con i meccanismi di respirazione muscolare, è importante capire dal punto di vista pratico come fare.

Una inspirazione espande naturalmente la pancia e le costole e grazie a un corretto allineamento, aiuta ad allungare la colonna vertebrale e favorisce l’espansione.

Un’espirazione invece contrae l’addome e il tronco e favorisce la retrazione.

Dunque, devi inspirare quando ti entri in una posa o ti muovi contro la gravità creando movimenti verso l’alto o inarcando la colonna vertebrale. E dall’altro lato, devi espirare mentre esci da una postura, ti muovi a favore di gravità creando movimenti verso il basso o a favore dei movimenti naturali della colonna.

Oltretutto, è vero che nello yoga esistono tanti tipi di respiro o Pranayama, ma nel Vinyasa i movimenti sono meglio supportati da Ujjayi Pranayama o respiro vittorioso.

Controindicazioni e limiti del Vinyasa yoga

Il Vinyasa yoga non è adatto a tutti. Trattandosi di un tipo di yoga dinamico, bisogna fare attenzione ai movimenti e a non farsi male. Questo vale soprattutto se si è poco flessibili e agili.

Inoltre, il Vinyasa è poco indicato per i principianti perché servono forza, resistenza e conoscenza delle principali pose. La dinamicità dei movimenti non permette infatti di soffermarsi troppo sugli Asana e dunque chi non li conosce bene può sbagliare.

Le donne in gravidanza dovrebbero evitare movimenti i cambi di posizione troppo veloci, così come tutte quelle posture in cui si esercita una pressione sull’addome, come la posa del cane a testa in giù o del cobra.

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In questa condizione, bisogna evitare anche tutte quelle pose che possono mettere a rischio la stabilità della mamma e quindi potrebbero provocare cadute accidentali.

Stessa cosa vale per gli anziani che non sono abituati a fare attività fisica e per coloro che hanno subito un infortunio. Informare il proprio maestro di eventuali condizioni di salute precarie prima di iniziare una lezione di Vinyasa yoga è di fondamentale importanza.​

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